CENNI STORICI SULLA DIOCESI
La Diocesi di Pitigliano-Sovana-Orbetello nasce nel sec. V-VI e si sviluppa tra i fiumi Fiora a Sud e Ombrone a Nord; dal Monte Amiata all’Argentario con le Isole di Giannutri e del Giglio. Di fondamentale importanza è stata la presenza degli Etruschi e dei Romani. Nel susseguirsi del tempo e della storia sono stati lasciati numerosi edifici, luoghi monumentali e opere d’arte ancora presenti e visitabili. L’inizio storico della Diocesi non è del tutto chiaro. Tuttavia la prima sede conosciuta fu Sovana, incantevole paese nel Comune di Sorano, borgo soprannominato «Città di Geremia». Sembra sia stato un centro etrusco (Susna?) incluso nella lucumonia di Vulci. Dopo la conquista romana dell’Etruria, divenne municipio alle dipendenze della vicina Statonia, ordinata a prefettura. La luce del Vangelo giunse a Sovana attraverso le vie Cassia e Clodia intorno al sec. V e i primi cristiani vivevano il culto all’interno delle tombe etrusche a camera riadattate in oratori rupestri. I vescovi da noi conosciuti iniziano la serie nel sec. VII. Viene ricordato Maurizio che prese parte al Concilio di Costantinopoli del 680-681 contro il monotelismo. La storia della Diocesi prosegue con Carlo Magno e con la nobile famiglia Aldobrandeschi. Sovana scrisse pagine di storia con Guglielmo e Omberto, immortalati da Dante, e con Ildebrandino il Rosso, protagonista di gesta nelle battaglie di Montaperti, Benevento e Tagliacozzo. Nel 1240-1241 sostenne l’assedio delle truppe imperiali di Federico II. Sovana fu dominio degli Aldobrandeschi e Orsini, poi passò ai senesi e ai Medici, seguendo le sorti della Toscana. Nel 1674 perse la residenza dei vescovi con Pier Maria Bichi e nel 1777 anche la sede vescovile, trasferita a Pitigliano.
Nel 1020 Sovana dette i natali a Ildebrando, futuro Papa San Gregorio VII nell’aprile del 1073. Il santo Papa oltre alla lotta per le investiture, alla riforma gregoriana e al Dictatus Papae contro Enrico IV, costituì il culmine della inculturazione europea, arrivando ad augurarsi unità e dialogo tra i popoli. Divenne abate di San Paolo Fuori le Mura e quindi Sommo Pontefice. Morì in esilio a Salerno il 25 maggio 1085 ed a lui si attribuisce la celeberrima frase: “Ho amato la giustizia, ho odiato l’iniquità, per questo muoio in esilio”.
Il primo documento scritto attestante la Cattedrale di San Pietro a Sovana fu la Bolla di Nicola II del 27 aprile 1061. Anche Pitigliano appare per la prima volta nella stessa Bolla come «castro» in possesso degli Aldobrandeschi, signori di tutta la Maremma. Nella seconda metà del sec. XIII Pitigliano risulta uno dei maggiori fortilizi della contea.
Nel 1313 gli Orsini subentrano per via matrimoniale agli Aldobrandeschi nella Contea di Sovana; dopo la conquista da parte di Siena di quasi tutta la Maremma, compresa Sovana nel 1410, gli Orsini spostano a Pitigliano la capitale della contea. A metà del 1400 la contea ursinea acquista forza con l’avvento al potere di Niccolò III, capitano al servizio dei maggiori Stati e in particolare di Venezia; con lui Pitigliano si arricchisce di monumenti rinascimentali, a cui lavorano artisti come Antonio da Sangallo, Baldassare Peruzzi, Anton Maria Lari. In particolare sarà ingrandita e decorata la fortezza Orsini. Inizia a formarsi anche una comunità ebraica che avrà la sua massima presenza a Pitigliano nel sec. XVI-XVII. Le comunità cattolica e giudaica si integrano da subito sostenendosi a vicenda, contribuendo allo sviluppo della comunità. Gli ebrei di Pitigliano avevano – ed hanno – il proprio cimitero e i propri luoghi di culto, di studio e di vita sociale. Un interessante episodio riguardante le due comunità religiose, si ha nel 1799 quando le truppe antinapoleoniche del «Viva Maria» entrando a Pitigliano iniziarono a andare contro i cittadini di religione ebraica. La popolazione cattolica si pose in difesa dei concittadini, costringendo le truppe ad uscire da Pitigliano e a limitare danni e violenze. Episodio analogo ma in scala ben più ampia si svolge durante la seconda guerra mondiale, quando gli ebrei presenti a Pitigliano furono tutti salvati dai concittadini. Nella prima metà del secolo XVIII sotto l’episcopato di Fulvio Salvi operò nella Diocesi san Paolo della Croce, che fu chiamato l’Apostolo della Maremma e fondò la Congregazione della Passione di Gesù Cristo sul monte Argentario. Nel 1843 al titolo dell’antica Diocesi di Sovana venne aggiunto quello di Pitigliano e le due sedi vennero unite «aeque principaliter». Dieci anni dopo la pastorella Veronica Nucci di Cerreto riferì di aver assistito ad un’apparizione mariana, di cui si conserva traccia nel Santuario ed anche in una lettera pontificia. Nel 1981, con il vescovo Giovanni D’Ascenzi, la Diocesi acquisì la città di Orbetello e i territori marittimi fino ad allora rimasti sotto la giurisdizione dell’abbazia delle Tre Fontane e per alcuni secoli sotto il dominio spagnolo, lasciando l’impronta nelle architetture. Di rilievo è la concattedrale di S. Maria Assunta del sec. XIII o precedente, costruita sulle rovine di un tempio romano. Infine il 30 settembre 1986 venne completata l’annessione e la Diocesi risultante assunse l’attuale denominazione di Pitigliano-Sovana-Orbetello.
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