Le porte del Mediterraneo IV edizione 27-28 ottobre 2022 |
.COMUNICATO Il 27 e 28 ottobre 2022 la Diocesi di Pitigliano-Sovana-Orbetello ha realizzato il 4° Convegno inter-istituzionale e interreligioso “Le Porte del Mediterraneo 2022. La cultura dell’acqua, fonte di dialogo e di sviluppo umano integrale e sostenibile”, nella suggestiva cornice della Fortezza Orsini di Pitigliano, che ha ospitato rappresentanti religiosi cristiani, ebraici, ed islamici, diplomatici dal Mediterraneo, rappresentanti UE ed esperti culturali, in un clima disteso e propositivo. La Due giorni si è svolta inoltre con il patrocinio di:Pontificio Dicastero per la Cultura e l’Educazione,CEI e MAECI. Il Vescovo di Pitigliano Mons. Roncari e il Sindaco Gentili hanno lanciato da Pitigliano un chiaro messaggio ai partecipanti, tra cui il Direttore della Lega Mondiale Musulmana S.Em. Dr. Abdul Aziz Sarhan, l’Amb. di Israele presso la Santa Sede S.E. Raphael Shutz, ed il Rabbino Josef Levi, docente presso la FTIC, il quale in conclusione ha presieduto la preghiera di Shabbat nella Sinagoga di Pitigliano dopo oltre sessant’anni di assenza delle celebrazioni per il Sabato. Le suggestioni emerse sono davvero molte e trasversali, di cui è veramente difficile comunicarne una riflessione esaustiva. Circa 150 giovani hanno aperto il Convegno il 27 ottobre, radunati dagli UPG delle Diocesi di Pitigliano e di Grosseto. Hanno ascoltato e dialogato con il Patriarca di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa e con il Console Generale Giuseppe Fedele. La “Fratelli Tutti” di Papa Francesco ha segnato l’indirizzo, facendo esperienza di una “fraternità aperta, che permette di riconoscere, apprezzare e amare ogni persona al di là della vicinanza fisica, al di là del luogo del mondo dove è nata o dove abita”, per “rivolgersi a tutti i fratelli e le sorelle e proporre loro unforma di vita dal sapore di Vangelo” (n. 1). Mons. Pizzaballa ha speso parole fondamentali e programmatiche sull’idea che “bisogna creare le condizioni per il dialogo”. È “indispensabile lavorare con e per le giovani generazioni, tessendo legami sul territorio, mediante le vie tradizionali, come ad esempio le nostre scuole”. “E bisogna poi cercare di creare occasioni d’incontro con la leadership locale”. Quelli delineati sono certamente percorsi complessi, ma non “idealistici”. Ogni presenza in Terra Santa deve essere ponderata, finalizzata al bene comune e non di parte o di convenienza, perché siamo un po’ tutti convinti che Gerusalemme costituisce per tutte le comunità il “central focal point” del futuro di pace che tutti attendiamo e auspichiamo, dove l’educazione culturale (scuole e università) potrà fornire un “imput” sostanziale. Come Chiese locali possiamo lanciare la proposta concreta da fare ai giovani, ovvero convergere in un gemellaggio sociale e culturale, non solamente ideale, con le tre principali comunità abramitiche in Terra Santa, invitando i giovani ad una partecipazione concreta. Da qui e proprio dalle nuove generazioni è partito il “trait d’union” che ha aperto la seconda giornata dei dibattiti. Il 28 ottobre partendo dalla cultura e dai giovani come elemento unificante, la Prof.ssa CeciliaÂÂÂ LuschiÂÂÂ (UniFi-DIDA) e il suo giovane team, insieme ai Professori ElisabettaÂÂÂ BoarettoÂÂÂ del Weizmann Institute of Science e DaÂÂÂ Bahat, hanno illustrato la campagna di scavo della missione MAECI ad Ashkelon (AskGate), dove la Diocesi (Ufficio Beni Culturali) ha svolto anche un ruolo di consulenza. Il DIDA ha inoltre esposto i risultati delle indagini nell’ipogeo della chiesa di S. Maria a Sovana con un ologramma collocato nel Museo diocesano, sempre a cura dei giovani ricercatori UniFi e dell’INGV. GiammarcoÂÂÂ PiacentiÂÂÂ con AlessandroÂÂÂ FicheraÂÂÂ hanno quindi presentato i lavori di restauro nella Basilica della Natività di Betlemme, affermando l’Italia e la Toscana come eccellenze nel mondo in materia. È seguito il XV Seminario “behind closed doors” con la partecipazione di molti leaders del mondo diplomatico e religioso, partendo dalla risoluzione ONU sulla tutela dei luoghi santi dagli attacchi terroristici. La conclusione ha visto lanciare l’idea di un Centro studi e documentale per i Luoghi Santi di Gerusalemme, dove anche in questo caso i giovani universitari hanno già delineato un progetto proprio a Pitigliano. La Tavola rotonda pubblica ha proseguito il Seminario stimolando il dialogo culturale e inter-religioso attraversando ogni aspetto umano partendo dall’elemento “acqua”, anche in considerazione della “Laudato Sii” di Papa Francesco. Oltre agli altri già citati, hanno partecipato personalità di rilievo, quali AlmotazÂÂÂ Abadi, Vice Segretario Generale dell’Unione per il Mediterraneo; LucianoÂÂÂ Pezzotti, Amb. d’Italia in Giordania; PaolaÂÂÂ Berardino, Prefetto di Grosseto; LeonardoÂÂÂ Marras, Ass. della Regione Toscana; due Direttori CEI: Don LucaÂÂÂ Franceschini, BCE e Don GiulianoÂÂÂ Savina, Ecumenismo e Dialogo interreligioso; AlexandraÂÂÂ ÂÂÂ Valkenburg, Amb. UE presso la Santa Sede e l’ONU a Roma; Tatjana Dordevic, Al Jazeera Balkans/BBC News. Al di là del Convegno, che ha voluto segnare un notevole punto di partenza, sottostà l’idea che più delle grandi organizzazioni, le piccole realtà decisamente più “incarnate nel territorio” possono leggere esigenze concrete e comunicare, anche realizzandole, soluzioni in campo a favore del dialogo e della pace. Soprattutto nell’ambito culturale e educativo, dove è possibile trasmettere la passione e la conoscenza partendo da ciò che c’è intrecciandolo a ciò che vorremmo. La Chiesa in particolare, come anche le altre istituzioni religiose e le realtà territoriali, dovrebbero avere un ruolo fondamentale in questo percorso, perché leggono e esprimono con maggiore concretezza le necessità e le aspirazioni delle persone. In fondo, il sogno di La Pira, è ancora formidabilmente attuale. Ma anche, da Pitigliano, senza dimenticare il Maestro Alberto Manzi, che ha cercato nell’educazione un vero sistema di libertà dell’uomo, scrivendo nel 1983: “perché così non saremo uno,soli, sotto il tacco del potere,ma noi, tutti, un uno plurimo, che cantiamo la gioiadi essere uomini”, denunciando il pericolo reale di indottrinamento e indirizzo idealista. |
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